The Bardi Family history. Once a famous Florentine banking family -among them literary figures, chocolate lovers and women who inspired novels. . They say that King Eduardo lll bankrupted them by reneging on a loan to fund a war. Even Boccaccio worked for them. today there is a website dedicated to them:
Below is the family crest produced by della Robbia -the famous ceramic artists in Renaissance Florence.
Sono passati alla storia come una delle più importanti famiglie di banchieri fiorentini, ma tra di loro ci furono anche letterati, canonici, esperti di cioccolato e donne che ispirarono novelle. I Bardi, il cui banco fallì a causa di un ingente prestito mai restituito dal re d’Inghilterra Edoardo III, mantennero un forte potere grazie all’acquisto del feudo imperiale di Vernio nel 1332. Il territorio restò autonomo fino al 1815, quando con il congresso di Vienna fu definitivamente cancellato dalle cartine geopolitiche. Oggi, a quasi duecento anni dalla fine della loro indipendenza, un sito internet (accademiabardi.it) tenta di raccogliere per la prima volta tutto il patrimonio documentaristico dedicato ai Bardi.
Piattaforma di studi
A lavorare a questa pagina web è stato soprattutto il compositore Alessandro Magini, fondatore e presidente dell’associazione culturale Accademia Bardi. «Per me iniziò tutto verso la fine degli anni ’90, quando a Vernio feci delle ricerche in un archivio lasciato in un magazzino grazie all’aiuto dell’allora sindaco Roberto Marchi – racconta Magini — lì trovai sette lettere di Giorgio Vasari rivolte a Leonardo Marinozzi, un cavaliere di Santo Stefano imparentato con i Bardi. Dal mio lavoro iniziato così nasce oggi una piattaforma che è prima di tutto uno strumento di ricerca, da aggiornare costantemente».
Dall’araldica al teatro musicale
Il sito è suddiviso in venti aree tematiche interconnesse, dall’araldica bardiana a quella sulla Camerata dei Bardi (fondata da Giovanni Maria Bardi, le dobbiamo la nascita del teatro musicale). «Una delle sezioni più importanti è quella sui personaggi bardiani – spiega Magini – perché è composta dalle schede biografiche di tutti i membri della famiglia individuati». E se Giovanni Maria Bardi, che assieme al figlio Pietro fu uno dei fondatori dell’Accademia della Crusca, resta tra i più celebri del casato, tante curiosità colorano la storia di altri Bardi. «Alessandra Bardi fu l’unica donna di cui lo scrittore Vespasiano da Bisticci inserì la biografia nella sua opera Le Vite – ricorda Magini – e il cardinale Girolamo Bardi scrisse nel ‘700 un trattato sul cioccolato, per dimostrare che questo fosse non un cibo ma un liquido e che quindi se ne potesse usufruire anche durante i periodi di digiuno». A Giovanni Bardi Serzelli fu invece dedicata una lapide rimasta senza identità fino ad agosto dello scorso anno: è stata ritrovata e valorizzata da Fiorenzo Smalzi nel locale che oggi ospita il suo wine bar in piazza del Duomo a Firenze.
La rete dei comuni
Una sezione del sito (realizzato grazie al contributo del comune di Vernio, della provincia e della fondazione Cassa di Risparmio di Prato) racconta invece la «rete dei comuni bardiani», un progetto che fa collaborare tra loro sette territori del contado fiorentino con forti tracce bardiane e che è stato ufficializzato lo scorso anno con una cerimonia nel cenacolo di Santa Croce. Ma in realtà i Bardi arrivarono molto più lontano e il loro banco ebbe filiali a Tunisi e Costantinopoli. In quella di Napoli lavorò persino un giovane Boccaccio.
The above thanks to Corriere della Sera's Corriere Fiorentino:
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/14_ottobre_18/storia-bardi-un-clic-5a2098a2-5703-11e4-847c-253ce3537762.shtml